PARROCCHIA DEL SANTO SEPOLCRO
LE CONFRATERNITE
Addolorata e Cristo morto
Storicamente sono riconducibili alle prime processioni cittadine, che ebbero inizio ai primi dell'800. Ogni anno la Chiesa Cattolica, con
la liturgia del Venerdì Santo, ci fa meditare sulla passione e morte di Gesù Cristo. Il Venerdì Santo è dunque quel giorno in cui la liturgia della croce sostituisce quella eucaristica; il giorno in cui si celebra l'ultimo, e il più sofferente, giorno terreno di Gesù Cristo. E' ovvio che non è il giorno in cui trionfa la morte o il dolore, ma è il giorno in cui la croce, protagonista assoluta, diventa strumento e via che apre alla risurrezione. Non è dunque un semplice ricordo di una morte tragica, ma è il giorno in cui tutta la sofferenza terrena acquista un nuovo significato, e tutti i peccati dell’umanità vengono espiati su quel legno. A Bagheria, popolo cattolico sin dalle origini, la devozione e la pietà popolare hanno voluto che vi fosse una processione ad arricchire ancora di più il giorno della Passione di Cristo.La processione dell'Addolorata e del Cristo Morto risale a tempi remoti, e affonda le radici sin dai primi dell'ottocento. Le rispettive confraternite risalgono anch'essi a tempi remoti. La confraternita dell'Addolorata era composta originariamente da tutti i macellai bagheresi, e dalle famiglie di questi, e da altri membri che in una qualche maniera avevano a che fare con i macellai (per esempio gli impiegati al macello). Esisteva anche la confraternita femminile, tutt'oggi presente, che un tempo si dedicava ad opere di carità e di servizio verso i poveri. La confraternita del Cristo morto era invece composta dalla borghesia e dai commercianti bagheresi. Sulle origini di tale formazione stava alla base il principio secondo il quale, essendo Cristo a capo della Chiesa, bisognava destinare a lui il "meglio" della comunità bagherese, rappresentato appunto dalla borghesia. La processione anticamente era snodata in due itinerari diversi: uno era quello dell'Addolorata e uno era quello del Cristo morto. Poi avveniva l'incontro delle due vare in via Baiardi, vicino il palazzo Butera, dove un predicatore faceva una riflessione. Dagli anni 70' in poi si optò invece per un unico itinerario e un'unica processione, cosicché' la vara dell'Addolorata seguisse quella del Cristo Morto, dando così l'idea di una madre afflitta che va dietro il suo figlio morto. Tuttavia oggi è rimasto come punto di riferimento il palazzo Butera, dove il sacerdote o un predicatore fa una riflessione sul mistero che viene meditato. Particolare che si è mantenuto nei secoli, è il caratteristico suono della "troccula", ossia uno strumento di legno, suonato da un confrate, che riproduce un suono simile a quello delle nacchere che indica ai confrati quando fermarsi e quando proseguire. Si usa questo strumento perché' la liturgia vieta severamente nei giorni del venerdì e del Sabato Santo l'uso delle campane. Molto caratteristica e' la vara del Cristo Morto, costruita per iniziativa della famiglia Di Bernardo, da sempre organo vitale della confraternita stessa. Essa, oltre ad avere decorazioni con angeli dorati, e' di colore bianco, colore che già preclude alla resurrezione del terzo giorno. Tutt'altra mansione, che costituisce un vero e proprio rito, è la vestizione dell'Addolorata; l'immagine della Madonna viene infatti bardata a nero, segno di un lutto composto e rigoroso, avvolta dal suo caratteristico manto nero di pregevole fattura.
Altri particolari sono il cuore d'argento con una lama che lo trafigge, segno del doloro intenso, e un fazzoletto nero alla mano, caratteristica tutta bagherese, poiché' nelle altre statue che rappresentano l'Addolorata il fazzoletto è spesso bianco. Il fazzoletto è nero perché' anticamente le donne bagheresi quando erano a lutto, vestivano interamente di nero, compresi i fazzoletti. Anticamente l'immagine della Madonna veniva perfino unta con oli profumati, come segno di consolazione. Al termine della processione, ancora oggi, l'Addolorata viene posta accanto al Cristo morto e la chiesa resta aperta tutta la notte per la venerazione del Cristo Morto. La processione, ancora oggi partecipata dai devoti bagheresi, non è solo un atto teatrale in cui la Madonna segue il Figlio morto, ma è un vero e proprio atto di fede. Questa processione infatti ci aiuta a meditare su quell'uomo di Nazareth che è morto sulla croce per la nostra salvezza, e sul dolore di Maria, che in silenzio ha accettato il dolore più grande che può accadere ad una persona umana: la morte del proprio figlio. E' stupenda infatti l'immagine di Maria Addolorata, in cui quelle lacrime che sgorgano dai suoi occhi sembrano davvero dirci quanto sia stato grande il dolore di Maria ai piedi della croce. L'augurio a tutti i bagheresi perché' questo venerdì Santo possa fare rinascere nei nostri cuori la fervida speranza che la morte, il dolore e tutte le difficoltà della vita non sono mai l'ultima parola sulla nostra esistenza, ma come Gesù Cristo ha vinto la morte, così anche noi, abbracciando le nostre croci e vivendo la nostra passione, arriveremo un giorno alla salvezza eterna.
Salvatore Aiello
Salvatore Aiello